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Quando si dice la trasparenza
La parte dello sceriffo, a Genova — racconta oggi Marco Imarisio — tocca all’integerrimo assessore alla Sicurezza Francesco Scidone, ex cancelliere di Tribunale, dipietrista e cattolico. Il quale sa che la maggioranza silenziosa (sic) approva quello che stanno facendo.
Ovvero decidere che i bassi debbono tornare a essere negozi o depositi, ospitando esclusivamente attività regolabili con partita Iva e visibili attraverso apposita vetrina. Pene chi non ci sta: sgombero, denuncia penale e sequestro preventivo.
In realtà, le puttane esercitano assai poco nei bassi (già il mitico vecchio professore di De Andrè andava cercando in un portone, come si ricorderà) ma diciamo che la lotta al mestiere è una buona occasione per promuovere una qualche riqualificazione, e anche per qualche prova di forza tra partiti.
Peraltro, l’assessore trova che non si tratta di “provvedimento muscolare”, bensì di “puro buon senso”, anche se in politica tutto può “apparire diverso”. Mentre dall’articolo si evince che ai bassi in sé (e perfino alla lotta contro la prostituzione) gli amministratori genovesi — in effetti — non sono troppo interessati. E’ solo che in giunta si fanno prove generali di alleanze, e conseguenti bracci di ferro, perché lì Rifondazione conta.
Poi, ovviamente, una si immagina che nei bassi di Genova, come in quelli notissimi della mia città, si svolgano certe quantità di vita, legale e non. Talvolta con la sostituzione di abitanti nuovi (spesso immigrati) ai più antichi, ma non saprei con quanto incremento di partite Iva,
Evidentemente però la vita (urbana) non è (più?) questione che riguardi la politica (e a volte neppure le politiche, pubbliche).
Fonte: Corriere della sera (per ora non online).
Ora (30 agosto) in archivio
Update 1 settembre. La storia va avanti, e scendono in campo le femministe di Usciamo dal silenzio e il Comitato per i diritti civili delle prostitute. Le lavoratrici sessuali dei carrugi – dice Pia Covre – sono spesso esse stesse proprietarie dei bassi e le ordinanze di sgombero le mettono sulla strada.
via Ordinanza pazza
Non si poteva fare, in effetti
Quello che mi fa più impressione è che Diego Bianchi avrà almeno 15 anni meno di me, eppure ci sono dei passaggi, nell’ultima puntata di Tolleranza Zoro, la nove, dove mi sembra di vedere un’altra me.
Come se il passaggio per quel maledetto partito — in uno qualunque dei vari stadi pre-piddi (pci, pds, ds) — avesse comunque segnato tutti noi. Anche se noi non si sa bene chi.
Insomma, mi associo al coro degli amanti dell’opera (e dell’autore), ridenti e/o commossi (più spesso tutt’e due le cose).
ps. L’unica vera differenza (sarà l’età?) è che io a votare il nuovo prodotto non ce l’ho fatta.
ps2. Poi ci sarebbero degli aspetti seri, nascosti nel gioco del video (compresa la questione che Valter e i suoi non capiscono che le emozioni contano, e i testimonial non tanto, se addirittura non funzionano al contrario), ma sarà per un’altra volta.